domenica 7 dicembre 2008

CARPE DIEM (COGLI L'ATTIMO)

"Carpe diem" è l'ode più famosa del grande poeta latino Orazio e costituisce, nella sua brevità, una delle più potenti e profonde riflessioni sul senso della vita. Il poeta si rivolge alla donna innamorata (Leuconoe), invitandola a non chiedere quale sia il destino che gli dei hanno riservato per loro (i due innamorati) e a non confidare sugli oroscopi, perché a nessuno è dato conoscere il futuro. Meglio accettare il corso della vita, sopportare questa oscurità che grava come un'onda minacciosa sull'esistenza umana.

« Tu non chiedere - non è concesso sapere - quale fine a me e quale fine a te gli Dèi abbiano concesso, o Leuconoe, e non consultare i calcoli babilonesi.
E' meglio patire ciò che sarà. sia che Giove ci attribuirà molti inverni
O che questo sia l'ultimo, il quale fa infrangere le onde del mar Tirreno sulle opposte scogliere, tu sii saggia e versa il vino e recidi ogni lunga speranza che oltrepassi il breve spazio del tempo immediato.
Mentre parliamo esso è già fuggito. Cogli l'attimo, credendo il meno possibile nel domani »

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