"Basta ricordare che siamo fatti d'acqua calda, che siamo soffici, liquidi ed elastici.
L'abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perchè sempre ossessionati dal controllo a tutti i costi dei particolari.
L'abbandono invece è partecipazione alle pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell'infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore.
Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un'identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene.
Allora ecco risvegliarsi in noi l'infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L'abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce."
("la musica in testa" di Giovanni Allevi)
L'abbandono è uno stato difficile a cui non siamo più abituati, perchè sempre ossessionati dal controllo a tutti i costi dei particolari.
L'abbandono invece è partecipazione alle pienezza, una forma di consapevolezza. Come dire: è così chiassosa la storia, nell'infinito silenzio universale, che è inutile aggiungere altro rumore.
Dunque è un prendere atto di esistere, di possedere braccia, dita e talento non nostri, di essere in possesso di un'identità che ci è data, così come tutto in noi e attorno a noi ci è donato, ci avanza, trabocca le nostre aspettative: nulla ci appartiene.
Allora ecco risvegliarsi in noi l'infantile stupore per ogni cosa, sempre nuova, sempre provvisoria. L'abbandono è una costante primavera, dove tutto continuamente nasce."
("la musica in testa" di Giovanni Allevi)
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